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Abigail di Magda Szabó secondo gli allievi del Russell-Newton di Scandicci/1

Aggiornamento: 3 lug

Recensione del capolavoro di Magda Szabó scritta dalle allieve e dagli allievi della 5 VL dell'istituto fiorentino, con la supervisione della loro insegnante, la professoressa Francesca Antonucci.


L’autrice del romanzo “Abigail”, Magda Szabó, nasce nel 1917 a Debrecen, in Ungheria. Autrice pluripremiata, è la scrittrice ungherese più tradotta di sempre.

La sua opera più famosa, La porta (1987), ha ricevuto un adattamento cinematografico nel 2010, quando lo sceneggiatore ungherese Istvan Szabó porta al Festival di Cannes “The Door”.

Il suo romanzo Abigail, pubblicato nel 1970, era stato pensato per giovani adulti, ma presto è diventato un grande successo per tutte le età, tradotto anche in più lingue. Il libro prende ispirazione dalla vicenda personale dell’autrice all’istituto Dóczi, un severissimo collegio femminile calvinista, e si configura come un romanzo di formazione che ha come protagonista una ragazzina di quattordici anni di nome Georgina Vitay. La trama ruota intorno alle sue vicende all'interno del collegio Matula, un istituto per sole ragazze, dove Gina è stata inserita per volere del padre generale che, durante la Seconda guerra mondiale, ha pensato così di proteggerla al meglio.

All’inizio della storia la ragazza, provenendo dal mondo “dorato” dell’alta società di Budapest, fatto di scuola “normale”, amiche, feste a casa della zia Mimó, affronta la nuova situazione in modo negativo, soprattutto perché di punto in bianco il padre la manda, contro la sua volontà, nell’istituto Matula, senza darle una precisa spiegazione. Il punto di svolta nel comportamento della ragazzina ma, se vogliamo, anche in generale nel procedere della storia, si ha quando il padre la mette a parte del vero motivo per cui si trova nel collegio: per proteggerla dalla situazione di guerra in cui si trova l’Ungheria, dato anche il ruolo particolare di opposizione da lui svolto. Allora lei capisce di dover tenere un atteggiamento diverso, più responsabile e ubbidiente, per rimanere il più possibile in quel collegio esclusivo e isolato e proteggere in questo modo sia il suo futuro sia quello del padre.

Infatti il rapporto con il padre è sin da subito primario all’interno del romanzo, poiché, visto il grande amore della protagonista per la figura paterna, considerando anche il fatto che ha perso la madre, la ragazzina, all’ingresso del collegio, si ritrova traumatizzata poiché catapultata in un mondo totalmente diverso, molto freddo e molto severo. Il padre, generale dell’esercito ungherese, ha un ruolo di rilievo all’interno dell’opposizione politica al governo affiliato alle potenze dell’Asse e quindi si trova costretto, per proteggere Gina, a iscriverla all’istituto del Matula. A partire dal 1940, infatti, l’Ungheria è costretta, vista la pressione della Germania nazista, ad entrare nel conflitto mondiale.

Successivamente il paese si trova poi costretto, nel 1941, a partecipare alle invasioni di Jugoslavia e Unione Sovietica, ma contemporaneamente tiene degli accordi segreti con il Regno Unito e gli Stati Uniti per la stipula di un trattato di pace. Scoperto il tradimento, la Germania, nel 1944, decide di iniziare l’operazione Margarethe, che consiste nell’occupazione del suolo ungherese. L’Armata Rossa risponde agli attacchi sostenendo l’Ungheria fino alla definitiva vittoria del 1945.

Ritornando al Matula, il tema della severità del collegio è ricorrente nel romanzo, dall’ingresso, quando Gina fa la conoscenza della “sua” personale sorvegliante Zsuzsanna, che la spoglia di tutti i suoi averi per darle quelli in dotazione uguali per tutte, con tanto disagio da parte della ragazza. Questo fino all’episodio della tentata fuga, dove si percepiscono il desiderio di evasione della protagonista, l’eccessiva severità del collegio e l’indulgenza di König, uno dei professori, indulgenza interpretata da tutte le ragazze come mancanza di carattere e di autorevolezza. La bontà di König verrà ribadita verso il finale del libro, davvero pieno di colpi di scena.

Kőnig del resto, professore di Latino delle “matuline”, è una delle figure più importanti all’interno del romanzo. Il docente porta gli occhiali ed è vestito sempre nello stesso modo, piuttosto monotono. E’ una figura molto indulgente e ha un approccio innovativo e originale all’insegnamento, rispetto al contesto. Nonostante tutto non viene apprezzato né da Gina né dalle altre matuline, forse perché, con la sua diversità rispetto al resto del corpo docente, rischia di far vacillare in loro la convinzione, faticosamente acquisita, di vivere in una realtà in qualche modo dorata, speciale, nel migliore dei mondi possibile per la loro stessa educazione e crescita. König in pratica, con il suo atteggiamento bonario, “stona” con il rigore del tutto, e per questo viene giudicato erroneamente un inetto, un vigliacco, trasferendo su di lui il giudizio che avrebbero di se stesse nel caso non si fossero sapute adattare all’ambiente del Matula.

All’interno del Matula Gina si confronta con molte ragazze della sua età, ma qualcuna in particolare gioca un ruolo importante nella sua esperienza. In particolare Torma, Banki e Mari Kis sono le tre compagne con cui Gina lega di più, anche se con Mari Kis e Torma ha inizialmente un litigio piuttosto acceso a causa di un gioco in cui le ragazze si divertono, consultando un inventario, a sposarsi per finta con alcuni personaggi. Gina però si arrabbia molto perché viene “maritata” con un terrario e, prendendo troppo sul serio il gioco e senza un pizzico di ironia, fa la spia con il preside, rivelando il gioco segreto e per questa ragione si ritrova esclusa dal resto delle compagne, che adottano atteggiamenti fortemente denigratori nei suoi confronti. Le ragazze successivamente si riappacificheranno.

Sempre all’interno dell’istituto c’è Abigail, ovvero la statua misteriosa che sembra comunicare con le “matuline” e i due professori Kalmár e Kőnig Un altro personaggio che si inserisce nel corso della storia è Mici Horn che sarà fondamentale soprattutto nella parte finale del romanzo. Mici Horn è una donna guardata con molta ammirazione dalle “matuline”, che la vedono come un punto di riferimento, infatti sono tutte molto contente quando si recano da lei per fare una merenda. Un altro personaggio molto importante è Zsuszanna, la sorvegliante che si occupa in particolare di Gina, con la quale ha un rapporto molto particolare. Zsuszanna, in quanto sorvegliante, deve tenere un comportamento rigido e severo, ma a volte non ci riesce perché anche lei è mossa da un sentimento di tenerezza ed è una donna che prova amore e affetto.

Gli aspetti che personalmente abbiamo preferito del romanzo sono la narrazione avvincente e i riferimenti molto frequenti ai sentimenti della protagonista e non solo. Infatti il lettore riesce ad avere un quadro chiaro dei luoghi descritti e della psicologia di tutti i personaggi, tanto da riuscire proprio ad immaginarseli. Abbiamo apprezzato molto la descrizione delle emozioni di Gina, poiché sono molto intense e l’autrice è riuscita a descriverle in modo appropriato. Possiamo quindi riscontrare aspetti positivi, soprattutto per quanto riguarda l’indagine psicologica, nello sviluppo del rapporto tra Georgina e i professori ma anche tra Georgina e le sue compagne. Infatti, in tal senso, possiamo dire che il personaggio di Gina attraversa situazioni che la cambiano profondamente.

Inizialmente si può notare la sofferenza di Gina quando il padre decide di allontanarla, lasciandola sola, e. questo provoca un atteggiamento da parte della protagonista che, a livello psicologico, si può ricondurre ai comportamenti tipici della sindrome da abbandono: iniziale straniamento da chiunque la circondi, sia professori che compagne di classe, disprezzo verso le figure del collegio in generale, tendenza a non rispettare le regole previste, tentativo e pianificazione della fuga per recuperare la sicurezza che i luoghi noti di Budapest la figura del padre per lei rappresentano.

Alla fine del racconto invece abbiamo una Gina cresciuta, più consapevole e matura, che ha imparato a fidarsi anche di coloro verso i quali all’inizio provava diffidenza, come ad esempio succede nei confronti di Abigail e Mici Horn.


I disegni e la recensione sono a cura della classe 5 VL dell'Istituto di Istruzione Superiore Tecnica e Liceale "B. Russell - I. Newton" di Scandicci (FI)

Il lavoro è corredato di una playlist di musiche abbinate ai diversi momenti del romanzo.








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